Qui in Ammmmerica si fà un gran parlare di Beth Ditto, sui giornali,nei talkshow, in rete ....
Il motivo del contendere è la possibilità che Beth Ditto possa rappresentare qualcosa di seriamente sovversivo.
Intendiamoci, non roba da ribaltar governi o eliminare le taglie 36 da Vogue, ma io credo di sì: credo che la sua corporeità contenta, insieme a quella di Nikki Blonsky, Jennifer Hudson, America Ferrera e Queen Latifah in proporzioni variabili, sia un bel dito medio in faccia a chi esige che le donne grasse (i.e. sopra la taglia 42, roba da non crederci) se ne stiano discretamente coperte.
E’ piuttosto facile attaccare Beth Ditto, nello specifico: perché è obesa e si esibisce in mutande, perché è lesbica e sta con una donna che si fa identificare con un pronome maschile-quindi è un uomo-quindi Beth Ditto è eterosessuale, perché dice “sono femminista” e le signorine perbene che fanno la fila per una borsa Hermés si ritraggono orripilate. Perché, invece di starsene nell’Arkansas dentro a un vestito extralarge nero o grigio, saltella sui palchi di mezzo mondo a culo di fuori. Perché con il fidanzato/la fidanzata ha fatto delle foto pornografiche per un giornale rivolto al pubblico omosessuale. Perché canta con un vocione zozzo che fa venir voglia di accoppiarsi negli angoli. Perché è amica di Kate Moss ma non vuole essere Kate Moss. Perché boicotta le catene di abbigliamento che non fanno vestiti della sua taglia rifiutando di esibirsi nei loro punti vendita. Perché è chiaramente contentissima di essere la persona che è: ciccia e tutto. Perché NME l’ha eletta Coolest Person of 2006, facendo scoppiare la bomba: come, la cicciona vince?
Dà fastidio, Beth Ditto. Il suo corpo è socialmente inaccettabile: se volesse fare la cosa giusta, canterebbe e basta, non parlerebbe, si vestirebbe con un decoro superiore a quello richiesto alle ragazze magre. Cercherebbe di far passare in secondo piano la sua fisicità, la minimizzerebbe. Il fatto che la usi, la esibisca, che si vesta come una diva disco e si trucchi come la Strega Malefica e non abbia paura di niente è fastidioso. Va ridimensionata, ridotta al minimo comun denominatore del “Grasso è bello”, quando il punto non è il grasso. Il punto è essere felici di come si è, grassi, magri, alti, bassi, rossi, biondi, neri, bianchi. Beth Ditto non dice “diventate grasse come me”. Dice “io così sto bene. Voi come state?”
Le donne grasse hanno sempre davanti due scelte: adeguarsi (e quindi perdere peso, coprirsi, non andare in spiaggia, rinunciare ad essere viste come esseri sessualmente attraenti) o ribellarsi. In questo, hanno qualcosa in comune con gli omosessuali, a cui si chiede di essere miti e riservati, discreti, non baciarsi in piazza, ché è di cattivo gusto. Beth Ditto è contemporaneamente grassa e omosessuale.
Praticamente una cartina al tornasole.