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A domani!!!!!!!
pensavo è bello che dove finiscono le mia dita
debba in qualche modo incomiciare una chitarra.
Qui n America son tutte incazzate per le pubblicità della Axe, che sono sessiste e fanno sembrare le donne degli animaletti che corrono a comando appena sentono puzza di deodorante, blah blah blah. Seguite un attimo il mio ragionamento e ditemi se ho torto.
Non mi sembra difficile.
Procter&Gamble, che fabbrica Axe, non vende Axe. Vende ai portatori di ascella pelosa e potenzialmente odoripara le loro stesse fantasie: e cioè che, con due spruzzate di deodorante, si possano risparmiare di avere una personalità, fare conversazione, lavarsi i denti, vestirsi da cristiani, evitare le infradito, e via dicendo. Due spruzzate, e tutta la gnocca del mondo è ai tuoi piedi. Che mondo meraviglioso.
Ora forse capite perché, ogni volta che vedo la fantastica pubblicità della Axe dove c’è un tizio in piedi in mezzo a una spiaggia che si spruzza di Axe mentre centinaia di migliaia di bonazze in bikini si avventano con aria ferina verso di lui, mi viene da ridere: lui pensa che vengano tutte lì a trombarselo, e invece quelle (si capisce dalle facce) vengono per sbranarlo...
Qui in Ammmmerica si fà un gran parlare di Beth Ditto, sui giornali,nei talkshow, in rete ....
Il motivo del contendere è la possibilità che Beth Ditto possa rappresentare qualcosa di seriamente sovversivo.
Intendiamoci, non roba da ribaltar governi o eliminare le taglie 36 da Vogue, ma io credo di sì: credo che la sua corporeità contenta, insieme a quella di Nikki Blonsky, Jennifer Hudson, America Ferrera e Queen Latifah in proporzioni variabili, sia un bel dito medio in faccia a chi esige che le donne grasse (i.e. sopra la taglia 42, roba da non crederci) se ne stiano discretamente coperte.
E’ piuttosto facile attaccare Beth Ditto, nello specifico: perché è obesa e si esibisce in mutande, perché è lesbica e sta con una donna che si fa identificare con un pronome maschile-quindi è un uomo-quindi Beth Ditto è eterosessuale, perché dice “sono femminista” e le signorine perbene che fanno la fila per una borsa Hermés si ritraggono orripilate. Perché, invece di starsene nell’Arkansas dentro a un vestito extralarge nero o grigio, saltella sui palchi di mezzo mondo a culo di fuori. Perché con il fidanzato/la fidanzata ha fatto delle foto pornografiche per un giornale rivolto al pubblico omosessuale. Perché canta con un vocione zozzo che fa venir voglia di accoppiarsi negli angoli. Perché è amica di Kate Moss ma non vuole essere Kate Moss. Perché boicotta le catene di abbigliamento che non fanno vestiti della sua taglia rifiutando di esibirsi nei loro punti vendita. Perché è chiaramente contentissima di essere la persona che è: ciccia e tutto. Perché NME l’ha eletta Coolest Person of 2006, facendo scoppiare la bomba: come, la cicciona vince?
Dà fastidio, Beth Ditto. Il suo corpo è socialmente inaccettabile: se volesse fare la cosa giusta, canterebbe e basta, non parlerebbe, si vestirebbe con un decoro superiore a quello richiesto alle ragazze magre. Cercherebbe di far passare in secondo piano la sua fisicità, la minimizzerebbe. Il fatto che la usi, la esibisca, che si vesta come una diva disco e si trucchi come la Strega Malefica e non abbia paura di niente è fastidioso. Va ridimensionata, ridotta al minimo comun denominatore del “Grasso è bello”, quando il punto non è il grasso. Il punto è essere felici di come si è, grassi, magri, alti, bassi, rossi, biondi, neri, bianchi. Beth Ditto non dice “diventate grasse come me”. Dice “io così sto bene. Voi come state?”
Le donne grasse hanno sempre davanti due scelte: adeguarsi (e quindi perdere peso, coprirsi, non andare in spiaggia, rinunciare ad essere viste come esseri sessualmente attraenti) o ribellarsi. In questo, hanno qualcosa in comune con gli omosessuali, a cui si chiede di essere miti e riservati, discreti, non baciarsi in piazza, ché è di cattivo gusto. Beth Ditto è contemporaneamente grassa e omosessuale.
Praticamente una cartina al tornasole.
Riepilogando: questo signore, anzichè essere in parlamento a votare la riforma dell'ordinamento giudiziario, si porta due puttane in camera in uno dei migliori alberghi del centro di Roma e una delle prostitute si sente male per overdose di cocaina. Lo scoprono solo per quello, e infatti tranquillamente lui dice: "sono stato sfigato, perchè se la ragazza non si fosse sentita male non sarebbe successo niente".
Onorevole Cesa, ma siamo proprio sicuri che i 5.486,58 € al mese di indennità parlamentare, più i 4.003,11 € al mese di diaria di soggiorno, più i € 4.190 al mese di rimborso forfetario per mantenere i contatti con gli elettori, più i € 3.098,74 annuali di spese telefoniche e tutte le altre agevolazioni di cui gli onorevoli godono non bastino proprio a consentire il ricongiungimento familiare per il povero parlamentare, costretto ad andare a squillo di lusso e coca party dalla durezza della vita da deputato?
...
Ma avete proprio la faccia come il culo. "
Non è tanto tempo fa che discutevo con qualcuno che lamentava il vittimismo delle coppie gay e degli omosessuali in generale. Che possono fare quello che vogliono, nessuno li infastidisce, che diritti vogliono ancora, il matrimonio, la famiglia naturale, maschio e femmina li creò, la storia la sapete. Nel frattempo, ieri sera due ragazzi sono stati arrestati perché si stavano baciando vicino al Colosseo.
Arrestati, capite, per atti osceni in luogo pubblico. I due non si erano nemmeno tirati fuori le magliette. Alzi la mano chi non si è scambiato un bacio un po’ focoso col partner in pieno giorno e in piena luce. Voglio vedere le manine alzate. Suvvia, anche voi giovani e meno giovani simpatizzanti Arcigay. Pieno giorno e piena luce, ho detto. E no, non al Pride, non credevo di doverlo specificare.
Atti osceni in luogo pubblico. Cazzo. Con tutte le pomiciate pubbliche che mi sono fatta, sarei dentro, probabilmente. Vabbè, dite che magari non ho pomiciato davanti ai Carabinieri? A me non pare che questi due pomiciassero davanti ai Carabinieri. Mi pare, a occhio, magari non ho capito eh, che questi due si trovassero dentro il simpatico ghettino attrezzato per gli untori come loro, la Gay Street. Sì, a Roma c’è una Gay Street, di questi tempi. Che uno pensa, se sto nel mio recinto magari mi lasciano in pace. Magari un bacio al mio amore di stasera o di una vita glielo posso anche dare. E invece arrivano i Carabinieri a romperti i coglioni, ti perquisiscono e ti portano dentro. Atti osceni in luogo pubblico. Un bacetto.
No, sapete com’è, a me vengono queste idee strane. E cioè che a baciarsi sotto al Colosseo ci fossero stati Adam & Eve invece che Adam & Steve, non so se i Carabinieri li avrebbero disturbati. Magari gli avrebbero fatto un po’ i fari, per avvertirli di portare le loro effusioni in un luogo privato prima di lasciarsi andare ai famosi atti osceni in luogo pubblico. O forse li avrebbero ignorati. E mi viene anche l’idea strana che l’oscenità non fosse il bacio in sé, ma il genere delle labbra.
Ad ogni modo, mi si dice che ho torto. Le coppie omosessuali possono fare come gli pare.
Che mondo civile.
Concita De Gregorio
Il 21 luglio, fra poco, saranno sei anni. Gli anni passano in fretta, i giorni molto meno. C'è un ragazzo tedesco, faceva il violoncellista prima di quella notte, che mi scrive ancora. Quasi tutte le settimane. Se non fosse di disturbo mi scriverebbe tutti i giorni - dice. Ci siamo conosciuti al pronto soccorso dell'ospedale di Genova, lui era in corridoio su una barella e diceva che le costole quando si rompono fanno il rumore dei fiammiferi spezzati, un rumore piccolo e secco. Di Nancy Beai, Vancouver, ho conservato l'indirizzo. Di Misha il numero di telefono. A Isabel ho rispedito a casa, Granada, la sua copia del Don Chisciotte. L'avevo raccolta da terra quasi senza ac-corgermene, quella notte alla scuola Diaz, e senza accorgermene l'ho tenuta in mano tutto il tempo, stanza dopo stanza, fuori per strada, all'ospedale fino all'alba. Non ci voleva molto a capire cosa stesse succedendo a Genova, quella notte. Non ci volevano sei anni, bastavano sei minuti. Non bisognava essere draghi per capire con chi stesse parlando al telefono senza sosta Roberto Sgalla, il portavoce di Gianni De Gennaro allora e fino a ieri capo della polizia. De Gennaro non c'era è vero. Già questo è un fatto: la decisione di non esserci. Ma non aveva perso il treno, di certo non aveva impegni più rilevanti del G8. L'Italia è uno strano Paese. Un Paese barocco, dove contano più le parole dei fatti. Le dichiarazioni, le smentite, le querele, le interrogazioni parlamentari. Gli anatemi, te urla. I fatti svaniscono in fretta, si dimenticano. Su un cartello della scuola Diaz c'era scritto "please, don't clean up the blood", non lavate
questo sangue. Siccome mi sembrava di non aver scritto tutto, nelle cronache da Genova, ho raccolto la memoria che restava in un diario e l'ho intitolato >così: "Non lavate questo sangue". Era il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani. Ho rivisto Mario Placanica, il carabiniere che sparò. Ha sposato una ragazza energica di nome Sveva, che gli ha dato un figlio, le medicine che gli servivano per curarsi dalla depressione e l'idea di scrivere un memoriale e farselo pagare dal miglior offerente, all'asta. Qualcuno lo pubblicherà. Placanica è pieno di rancore, dice che l'hanno usato e poi buttato. Dice che l'hanno zittito e poi abbandonato. Anche quella di zittire -con le minacce, la denigrazione, la calunnia, il ricatto - è una passione nazionale. Quelli che continuano a parlare, se quel che dicono è scomodo, vengono presto derubricati da testimoni a fanatici, squilibrati, estremisti. Lorenzo Guadagnucci è un giornalista economico del gruppo Monti, Nazione Resto Del Carlino, un ambientalista gentile di modi ed esperto nel suo lavoro. Dormiva alla Diaz, l'hanno massacrato insieme agli altri. Quando è uscita la sua cronaca di quei
giorni - precisa e lucidissima -in molti sussurravano, poveretto, non c'è da credergli, è rimasto scioccato e non sta bene. A parlare di Genova, per un paio
d'anni chiamavano solo da Rifondazione comunista, come se raccontare quel che siera visto fosse diventato una forma di militanza politica. Poi, certo, c'è
stato l'11 settembre, tutto è cambiato, è passato tanto tempo. Si tace sempre di più, leggere oggi le dichiarazioni del poliziotto pentito che dice "fu una macelleria messicana" è davvero impressionante: speriamo che non facciano passare per depresso o per comunista anche lui. Qualcuno ogni tanto si ricorda. Si affacciano le nuove generazioni, e chiedono. Genova cosa?, diceva uno in un capannello di quattordicenni -uno col giornale in mano - fuori dall'aula dell'esame di terza media. Genova quando? Loro sei anni fa ne avevano otto, vedevano i cartoni. Nei quadri appesi alle pareti della scuola il risultalo dell'esame non c'è scritto. Buono, ottimo, sufficiente: non si dice più. È per la legge sulla privacy. Tutti uguali, pazienza se spariscono meriti e demeriti, sacrifici e leggerezze. Tutti uguali, privacy scrìtto in inglese, silenzio. Qualcuno sussurra all'orecchio i risultati, dice che li ha visti sulla scrivania della preside, ma non ci sono prove. Meglio che stia zitto.